L’Italiano volante

FABRIZIO MORI, oro ai mondiali di Siviglia del 1999 nei 400 e record italiano.

Da dove sbuca quell’Italiano?
Gli dei del giro di pista se lo saranno domandati mille volte guardando Fabrizio Mori uscire dall’ultima curva in posizione eleggibile, morbido sugli ostacoli e ancora reattivo come una molla, pronto a tentare l’impresa.

Irriverente ed arrogante, nella specialità che fu di Edwin Moses, Fabrizio calpesta 14 passi fino al settimo ostacolo, per poi chiudere a 15, stroncando ben prima della linea del traguardo il francese Diagana e lo svizzero Schelbert, in un podio clamorosamente tutto europeo, con gli americani relegati alle medaglie di latta.

Salta gli ostacoli con una eleganza da impala, lui che alto non è, appena 175 centimetri, e neppure dotato di un fisico esplosivo e muscoloso, per atterrare oltre la fatidica linea con un tempo da primato italiano, giusto in tempo per raccogliere dal pubblico di Siviglia qualunque tricolore si trovi a portata di mano.

Un Italiano, ripete il telecronista, incredulo.
Un Italiano fa il “giro della morte”, i 400 metri, salta gli ostacoli e si porta a casa un oro mondiale, alzando il dito al cielo come a dire: sono io il Campione del Mondo, proprio io.
Fabrizio Mori, da Livorno, ostacolista.

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