Pelé, gli 80 anni del bisillabo più famoso dello sport

Una delle immagini più iconiche della sua carriera lo ritrae in volo verso il cielo, a colpire di testa una palla che si insaccherà nella porta di Albertosi, nella finale vinta dal Brasile sull’Italia per 4-1 allo stadio Azteca di Città del Messico. “Quando sono arrivato a terra con i piedi, lui era ancora lì, in alto a colpire quella palla”, parola di Tarcisio Burgnich, antieroe di quello scatto.

Pelè, il bisillabo più famoso dello sport mondiale, ha scritto prima di tutti le regole del gioco, non solo quelle calcistiche. E’ stato il primo vero divo dello sport. Senza la strada da lui tracciata non ci sarebbero i Cristiano Ronaldo e i Messi che conosciamo; non ci sarebbero stati i grandi sportivi che hanno il potere di fare e disfare, di tenere sotto scacco multinazionali, esercitando il potere contrattuale di un’icona che va oltre il terreno da gioco, la prestazione sportiva, le vittorie.

Nato povero a Tres Coracoes, una vita al Santos, prima di chiudere la carriera ai Cosmos di New York, anno di grazia 1977. Dovrebbero essere 1279 reti segnate in carriera (conteggio per difetto, ma chissenefrega), tre Mondiali vinti: unico calciatore al mondo. Per lui si sono sprecate le iperboli. E’ stato sicuramente l’atleta più celebre del Novecento, conosciuto ovunque, persino nel più sperduto villaggio del pianeta.

Ha messo piede, celebrando la sua arte, in 88 paesi del mondo, 40 capi di Stato e 3 Papi. In Nigeria venne dichiarata una tregua di 48 ore ai tempi della guerra con il Biafra perché tutti potessero vederlo giocare. Quelli che oggi chiameremmo haters, e che più romanticamente definiremmo detrattori, lo “accusano” di non aver mai giocato in un campionato europeo. Ma forse è stato meglio così; l’essere lontani da quel calcio gli ha permesso una carriera più lunga, ricoprendo il suo nome di un alone di mito, se volete, ancora più intenso e deciso. Pelé, che compie oggi 80 anni, durante la sua vita e la sua carriera è stato molte cose, ma una sopra tutte: il Calcio nella sua essenza.

Carlo Galati

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