Luna Rossa, il sogno italiano

La vulgata comune ci definisce popolo di Santi, poeti e navigatori. Fatto salvo il fatto che nell’antichità le prime due categoria ci sono appartenute in modo particolare, pur non riscontrando ai giorni nostri ugual successo, sull’ultima categoria, quella dei navigatori, vogliamo o meglio vorremmo mantenere un solido e saldo senso di appartenenza anche ai giorni d’oggi.

È vero, siamo un popolo che ha molto navigato, che ha trovato nello spirito d’avventura Marino la chiave del proprio essere, facendo grandi se stessi e l’Italia (o quello che in passato ne derivava per estrazione geografica). Così nello sport.

In principio fu Azzurra, poi il Moro di Venezia a rendere mitiche e leggendarie le figure di uomini e naviganti appunto, che hanno reso nome a quella vulgata. Poi è arrivata lei. L’imbarcazione sportiva più bella al mondo. In ogni sui declinazione: dal monoscafo al catamarano, fino alle barche di oggi. Luna Rossa inizia nelle prossime ore la propria sfida ai detentori dell’America’s Cup, Team New Zealand, provando a vincere la Prada’s Cup, competizione che designa l’imbarcazione sfidante.

Si gareggerà in casa dei kiwi, dall’altra parte del mondo con l’obiettivo non tanto nascosto di tornare a primeggiare. Può farcela l’imbarcazione di patron Bertelli, capitana da quella leggenda vivente che si chiama Max Sirena. Abbiamo seguito in questi anni tutto il processo di maturazione e sviluppo di una barca, quella italiana, e del proprio equipaggio, che ha nel proprio DNA le stigmate della vittoria.

Vincere l’America’s Cup significa entrare nella storia dello sport nella sua competizione più antica. È del 1851 la prima edizione della competizione disputatasi nei mari inglesi tra i padri di casa e l’imbarcazione americana Old Dick del New York Yatch Club che trionfò con quasi dieci minuti di vantaggio.

Quando la Regina si rende conto dell’ormai certa vittoria americana e chiede di sapere chi sia il secondo. La risposta rimarrà nella storia, eccellenza, in cui si naviga solo per vincere: “Your Majesty, there is no second”,

Ecco qual è il compito. Vincere, non c’è spazio per i secondi in Coppa America. In bocca al lupo nostra affascinante Luna Rossa.

Carlo Galati

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