
Inutile nascondere che non ci sia un po’ d’amaro in bocca, dopo aver pregustato una dolcissima vittoria che poteva arrivare, ma è questione di un attimo perché poi arriva il resto.
Il resto è la soddisfazione di aver visto, anche in finale, anche perdendo, un futuro top player di questo sport. Perché sì, se non fosse ancora chiaro di questo parliamo. Di Jannik Sinner e della sua indubbia qualità. E lo ribadiamo con ancora più forza dopo aver visto l’atto finale del 1000 di Miami. Ed è da questa sconfitta che imparerà tantissimo; in primis a gestire con maggiore freddezza i momenti topici del match (con particolare riferimento al 12esimo game del primo set che poteva girare la partita a suo favore).
Il resto è la consapevolezza dei propri mezzi, quelli per intenderci che gli hanno permesso di riprendere quasi del tutto un secondo set che lo vedeva sotto 4-0, mettendo tanta paura e tanta pressione a Hurkacz e chiudendo il parziale sul 6-4 a favore del polacco. In quanti nella stessa situazione avrebbero evitato il 6-1 o peggio? La risposta è pochi, anzi pochissimi.
Il resto, in conclusione, sono solo applausi e fiducia. Fiducia in Sinner, fiducia nei propri mezzi e fiducia nel proprio staff, capitanato da Riccardo Piatti il quale lo chiamerà chiedendogli: “Dove hai perso la partita?”; sappiamo già che Jannik saprà dare la risposta giusta. E questa è la cosa più importante.
Ad maiora.
Carlo Galati
Ps Il titolo di questo articolo è il nostro omaggio all’immenso Francesco De Gregori che proprio oggi compie 70 anni.