Il giocatore finito, il sopravvalutato, quello che non vale la Top Ten, l’uomo dalle caviglie di cristallo, quello che vince solo i 250, sempre e solo nei giudizi di certi sapientoni, prende a pallate una mina vagante del Circuito, come Ruud, e approda alla sua prima finale in carriera in un Master 1000.
Berrettini non è solo il migliore fra gli Italiani e quello con la migliore classifica, ma è sempre più un tennista completo, versatile e capace di esprimersi al meglio su ogni superficie, compresa la terra rossa che non dovrebbe essere il suo terreno preferito.
Solidissimo al servizio, devastante di dritto, prende le misure al norvegese Ruud dopo qualche game, lo schiaccia oltre la linea di fondo campo e lo “finisce” piazzando il suo migliore colpo a velocità supersonica dove l’avversario non può arrivare.
Adesso troverà Zverev, partendo sfavorito secondo i pronostici.
Doveva perdere con Garin, non aveva scampo contro Ruud, adesso è la vittima sacrificale di Sasha: continuate a “gufare”, la finale si gioca domani e non c’è tempo per gioire per la prima finale in un Master 1000.
C’è tempo solo per lottare.
E provare a vincere.