
Ci sono giorni che sono destinati a restare nella storia di uno sport. Giorni che ripagano di amarezze, delusioni, botte (tante) prese in campo e quelle che forse fanno più male che arrivano dall’esterno di un movimento rugbystico italiano che negli ultimi anni ha raccolto solo delusioni.
Il 19 giugno 2021 sarà uno di questi giorni per il Benetton Treviso e per il rugby italiano: salire sul tetto del mondo con la vittoria della Rainbow Cup Pro14. I Leoni hanno annichilito, grazie ad una partita quasi perfetta i Bulls sudafricani, arrivati in Italia con il favore del pronostico ma di fatto annichiliti dal gioco, dal carattere e dal coraggio dei biancoverdi di coach Kieran Crowley. Il tecnico neozelandese chiude il suo ciclo trevigiano nel miglior modo possibile, alzando il primo trofeo dell’era «celtica» del Benetton e consegnando alle mani di Marco Bortolami una squadra che ora sa come si vince. Cinque le mete realizzate che portano la firma di Ioane, Els (meta dell’ex), Lamaro, Padovani più una meta tecnica allo scadere del primo tempo.
La portata di questa vittoria è storica; basti pensare che mai un club italiano si era spinto fino a questo punto, mai nessuna squadra aveva mai vinto un titolo così importante a livello internazionale. Giusto merito ad una famiglia, i Benetton, che nel rugby hanno investito, creduto e alla fine vinto. Null’altro da dire, se non bravi, bene, bis. Il rugby italiano ha fame di vittorie.
Carlo Galati