
Penso che un giorno così non ritorni mai più, mi dipingevo la faccia e le mani di blu (azzurro n.d.c.)
Poi d’improvviso venivo dal vento rapito
E incominciavo a volare nel cielo infinito…
La stiamo vivendo in questo modo, con queste parole in testa e nel cuore; al netto del capolavoro immortale di Domenico Modugno, vi assicuriamo, non bene. Ma probabilmente, anzi sicuramente, è giusto che sia così. Provarci, crederci imperativi di un assolutismo che si deve scontrare con un realtà difficile forse da accettare. Matteo contro il cannibale del tennis moderno, la squadra di Mancini contro un Paese intero ed i fantasmi del 1966, con la Regina a fare da totem, allora come adesso.
Non sappiamo quante altre volte lo sport italiano potrà vivere giornate del genere; godiamocele e proviamo a divertirci. Sarà dura, durissima ma…se non ora, quando?
Felice di stare lassù con te, con voi.
Carlo Galati