
Ci siamo. Tra poche ore le prime gare della XXXII Olimpiade, vedranno il via. Un via sofferto, incerto, attraversato da dubbi sovrastato da nubi. Abbiamo pensato e riflettuto: come raccontare il percorso fatto fino a qui? Come spiegare il perché di questi Giochi, in questo momento storico? Poi abbiamo ascoltato le parole di Thomas Bach, presidente del Cio, intervenuto alla 138esima riunione del comitato tenutasi a Tokyo, e abbiamo deciso che niente andava aggiunto.
“Guardando a oggi, alla vigilia dei Giochi, può sembrare che arrivare fino a qui sia stata una navigazione tranquilla; purtroppo è una disamina lontana dalla verità. Negli ultimi 15 mesi abbiamo dovuto prendere decisioni quotidiane su basi molto incerte. Avevamo dei dubbi. Ogni giorno deliberavamo, discutevamo, c’erano notti insonni, come tutti gli altri al mondo. Non sapevamo cosa ci avrebbe riservato il futuro.
All’inizio dello scorso anno per lo scoppio della pandemia, insieme ai nostri partner giapponesi, abbiamo dovuto affrontare una scelta: cancellazione o rinvio, non c’era niente in mezzo. La cancellazione sarebbe stata la via più semplice per noi. Avremmo potuto sfruttare economicamente il premio assicurativo che avevamo in quel momento e pensare a Parigi 2024. Ma in realtà, la cancellazione non è mai stata un’opzione per noi. Il Cio non abbandona mai gli atleti.”
Poche parole, incisive e significative come lo sport, che attraverso l’Olimpiade chiede quella tregua ad un nemico che non ha interlocutori. basandosi solo sulla sua immensa grandezza. Lo sport è vita. Buona Olimpiade.
Carlo Galati