Postcards from Tokyo #17

Franco Bragagna, il cantore del miracolo

È stato un bellissimo viaggio e come ogni bel viaggio che si rispetti, alla fine quello che resta sono i ricordi, stupendi, figli delle emozioni vissute, accompagnati dalla voglia di ripartire il prima possibile. Ci portiamo in valigia tanti ricordi, molte gioie e anche qualche delusione. Prestazioni e controprestazioni, come giusto che sia. Nel chiudere la nostra valigia e tornare ad una normalità extraolimpica, non possiamo non spendere una parola finale per chi ci ha emozionato. E no, questa volta non parliamo di atleti, ma di chi molte di quelle vittorie le ha raccontate.

Una vita passata in Rai, una vita a commentare l’atletica: da Atlanta a Rio, poche gioie azzurre, molte delusioni. Eppure Franco Bragagna è stato sempre capace di emozionare, trasmettendo l’amore per la regina di tutti gli sport, coinvolgendoci come se fosse la cosa più godibile del mondo. Grazie a lui abbiamo conosciuto la storia di lanciatori, triplisti, decatleti; ne ha esaltato le gesta e soprattutto le fatiche. Perché dietro le luci olimpiche c’è un mondo di sangue, sudore e lacrime che va raccontato.

Le cinque medaglie d’oro sono la storia dello sport italiano e non poteva che esserci Franco a raccontarle per sigillare, ad imperitura memoria, le sue parole su gesti atletici che per generazioni saranno lì, segno intangibile del miracolo.

Ci siamo esaltati per tutte le medaglie d’oro dell’atletica, ancora di più perché a raccontarle è stato l’uomo giusto. Per una volta finalmente, al posto giusto.

Carlo Galati

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