
Il bilancio non è positivo. Due sconfitte e una vittoria sono il bottino minimo raccolto all’Italrugby in questo autunno di match e raduni prima del Sei Nazioni dell’anno prossimo. Battuti da Nuova Zelanda e Argentina, vincenti con molti, troppi patemi, con l’Uruguay; è vero la nazionale torna a vincere ma, fu vera gloria?
Se con gli All Blacks la sconfitta era attesa, nonostante gli azzurri abbiano saputo tenere il campo per 60 minuti (una quasi novità), salvo poi cedere sotto l’onda d’urto dei neozelandesi, ci si aspettava una prestazione diversa con i Pumas argentini, che non è arrivata. Si è usciti da Treviso con la sensazione che sarebbe potuta andare peggio; che ad un certo punto della partita gli argentini potessero continuare a spingere e farci del male. Non è andata così.
Alla vigilia del match con l’Uruguay, in un eccesso di spavalderia, figlia legittima della gioventù, il capitano Lamaro aveva parlato di dominanza ed invece ci si è ritrovati a tirare un sospiro di sollievo per il tenuto sudamericano ad una manciata di secondi dalla fine della partita. Non proprio quello che ci si aspettava. E bisognerà state attenti perché gli uruguagi saranno nostri avversari al mondiale e hanno mostrato di essere una nazionale in crescita. E l’Italia? La strada è ancora lunga, ma sembra essere tracciata. L’importante sarà non ricadere nei vecchi errori, nei vecchi fantasmi che ogni tanto si mostrano con tutta la loro dirompente forza, rompendo il placcaggio del cambiamento. Coraggio.
Carlo Galati