Vince Nadal, vince il tennis

Mentre i riflettori del mondo che finge di amare il tennis sono esclusivamente orientati su un oggettivo squallido hotel di Melbourne, nella costante attesa che la querelle Djokovic arrivi alla sua conclusione, in modo da soddisfare la morbosa curiosità e il bieco onanismo mediatico, più o meno a quelle latitudini c’è chi some Rafa Nadal, all’età di 35 anni, ha conquistato il suo titolo Atp numero 85. È la 19esima stagione consecutiva. È record.

Ed è di sicuro questa la notizia più bella che potesse arrivare per uno sport che negli ultimi giorni è mortificato da squallidi teatrini, da comizi di piazza che potremmo considerare deliranti, a latitudini che sono state triste palcoscenico di eventi caratterizzanti lo scorso secolo e le sue evoluzioni belliche. Teatrini potenzialmente destabilizzanti per il tennis, ma che invece trova nei suoi punti di riferimento solide certezze. La vittoria di Nadal in tal senso è salvifica perché ci restituisce la naturale consapevolezza del campione che restituisce dignità ad uno sport brutalmente violentato da chi si crede superiore a tutto, anche al tennis stesso.

Ed è bello che ci sia ancora nel circuito Nadal proprio per questo: perché ci sono voluti i suoi superpoteri a Melbourne per rimettere la chiesa al centro del villaggio. Ancora una volta e per gli anni a venire.

Carlo Galati

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