
Quando nel secondo set, dopo aver letteralmente dominato tutto il torneo, si è trovata sotto 5-1 sulla Rod Lever Arena, i fantasmi che aleggiavano erano gli stessi avuti da Serena Williams nel 2015 quando, inseguendo la vittoria casalinga agli Us Open, con Roberta Vinci, fu schiacciata da quelle pressioni che ne impedirono il raggiungimento dell’obiettivo. Non è accaduto stavolta. Ashleigh Barty ha rimontato e vinto regalando una gioia a tutti gli australiani ed dando di fatto il via alla festa in tutto Melbourne Park alimentasi dalla vittoria di altri due australiani, Kyrgios/Kokkinakis nel doppio. Ma questa è un’altra storia.
In una finale in cui ha avuto molti più problemi rispetto ai precedenti turni, dove aveva ceduto solamente 21 giochi, Barty ha battuto 6-3 7-6(2) una grandissima Danielle Collins. Ha vinto il suo terzo trofeo dello Slam, il primo Australian Open, e lo ha fatto senza perdere neanche un set. Una liberazione per Ash e gli australiani, dopo tanta pressione accumulata in queste due settimane in cui il trionfo sembrava già scritto: è lei infatti la prima australiana a trionfare nel Major di casa in singolare singolare dopo 44 anni. L’ultima volta che a vincere fu una tennista aussie era il 1978, quando Christine O’Neil batté l’americana Betty Nagelsen, curiosamente con lo stesso punteggio della finale 2022, 6-3 7-6.
L’urlo di gioia finale, dopo il decisivo passante di dritto è la ciliegina su una torta meritata, su una vittoria che la incorona regina d’Australia per un giorno.
Carlo Galati