
La prima volta che l’Italia si accorse del curling era il 2006, Olimpiadi di Torino. Si gareggiava in casa e tutto andava bene, tutto era meraviglioso. Quella stessa Italia che lo ha guardato quasi con diffidenza all’inizio, raccontandolo con snobismo. Per anni si è parlato di scope, di pentole, di posture particolari. Bocce sul ghiaccio, si diceva. In realtà il curling è molto di più, ce lo hanno spiegato Stefania Constantini e Amos Mosaner, vincendo l’oro olimpico a Pechino.
Stefania e Amos due ragazzi che per arrivare a lanciare le loro pietre sulla pista bianca e dritta di Pechino hanno affrontare le curve di uno sport cinico e spietato. Uno sport che è fatto di strategia e precisione, dove si gioca, si vince e si perde in totale simbiosi e dopo duri allenamenti. Insomma non proprio una roba per dopolavoristi.
Un successo colto nel 2022 che travasa le glorie dell’anno appena passato, dal vaso delle vittorie. Uno sport che ha visto la nostra coppia battere i canadesi che di iscritti alla federazione ne hanno oltre un milione, contro i nostri 400 scarsi. Insomma un miracolo tutto italiano, il solito miracolo sportivo che questa volta ha gli occhi decisi di Stefania e Amos capaci di teleguidare le pietre diventate ormai miliari per lo sport italiano.
Carlo Galati