
Non bastano oltre seimila km di distanza dalla loro patria sotto attacco, gli atleti ucraini fanno sventolare con orgoglio la bandiera giallo- azzurra sulle piste paralimpiche di Zhangjiakou, in un lungo fil rouge che unisce Kiev e Pechino nella resilienza che accomuna sport e vita, lotta e sopravvivenza.
Nella 6 km con disabilità visive il podio è stato tutto ucraino. La medaglia d’oro Vitali Lukianenko ha dedicato la gara ai “ragazzi che proteggono le nostre città”. Dal presidente del Comitato paralimpico ucarino, Valery Sushkevych l’orgoglio per queste vittorie che “sono il segno che l’Ucraina, era, è e rimarrà un Paese”. Parole che danno una speranza e che ricordano a tutti quanto forte sia la spinta emotiva dello sport, capace di unire i popoli ed infondere energia, speranza, forza a chi in quei momenti confonde la gioia col dolore, le lacrime con il sudore nel difendere la propria vita, la propria casa, la propria terra.
E non sia una caso l’exploit ucraino, seconda forza del medagliere paralimpico: un popolo fiero come quello ucraino ha chiaro l’obiettivo finale da raggiungere, che valga una medaglia d’oro o la difesa di tutto ciò che si ha.
Carlo Galati