
Come molte volte accade in queste occasioni, il tema non è mai se, il tema è quando. Quel quando è arrivato, ed è arrivato a Miami dove Carlos Alcaraz ha definitivamente iscritto il suo nome, non solo nell’albo d’oro del torneo, ma nel ristretto novero di papabili successori al trono di numero uno al mondo. Anche qui la domanda è: quando?
Non lo sappiamo, ma sicuramente accadrà perché abbiamo di fronte ai nostri occhi, il futuro dominatore del circuito, un giocatore che non ha “soltanto” (perdonateci) la grande fisicità che trasmette, ma ha tutto quello che un giocatore di tennis deve avere per il salto definitivo nell’Olimpo dei più grandi; tra gli altri tempismo sulla palla e rapidità di piedi negli spostamenti. Il tutto unito ad un tocco che ha pochi eguali.
Insomma, un giocatore che ha già infranto il muro dei record: il primo spagnolo a vincere a Miami, il più giovane di sempre. Quest’anno ha vinto il suo primo 500 e il suo primo 1000 su due superfici diverse. Non sappiamo quali altri dubbi ci possano essere sul fatto che sia e sarà dominante nei prossimi anni. Ne diciamo uno noi: l’erba. Ma è un dubbio momentaneo, che svanirà col tempo. Come tutti gli altri, finora.
Carlo Galati