
E’ arrivata quasi inaspettata ma non del tutto a sorpresa la decisione presa dal direttivo dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club di Londra, sede del più famoso torneo di Wimbledon. Cerchiamo di andare subito al dunque e di analizzare la questione da un punto di vista pragmatico, ponendoci una domanda: può il ban degli atleti russi e bielorussi dal torneo incidere negativamente sull’opinione russa e sull’immagine che il suo stesso popolo può avere di Vladimir Putin? Il tema è questo.
In teoria sì. Le sanzioni, siano esse economiche o meno, hanno quest’obiettivo: sferzare la popolazione, farla sentire tagliata fuori dal resto del mondo, rinchiudendola nel contesto della cortina di ferro che ci riporta indietro di oltre trent’anni. Ovviamente lo sport non può essere da meno, non può essere considerato un mondo a parte. Le indicazioni del Cio in tal senso parlano chiaramente: l’invito è di non invitare atleti russi a bielorussi alle manifestazioni sportive. Il tennis non poteva sentirsi escluso ed il primo passo in tal senso è stato fatto dal torneo più prestigioso al mondo: immaginate se un membro della famiglia reale dovesse consegnare il trofeo a Medvedev o Zabalenka. Roba da fantascienza al momento.
Poi però subentra la pratica, e la pratica parla di quello che potrebbe definirsi un clamoroso autogol o, se vogliamo, un doppio fallo. Non comprendere infatti che una decisione del genere non porterebbe nessuno svantaggio a Putin ma anzi, non farebbe che compattare il popolo russo attorno al loro caro leader, penalizzando soltanto quegli atleti che nulla hanno a che fare con quanto sta succedendo da altre latitudini, è da considerarsi miope. Miope e limitante. Le sanzioni infatti hanno finora colpite le squadre russe, mai i singoli atleti. Poi c’è un tema legale: quanto può essere discriminatoria questa che è una decisione assolutamente unilaterale, che ad oggi non ha il supporto governativo?
Una decisione che dunque rischia di ritorcersi pesantemente contro coloro i quali l’hanno attuata e che ad oggi potrebbe non portare gli effetti desiderati…desiderati da chi?
Carlo Galati