
A Iga vogliamo bene. Lo diciamo subito e a gran voce. L’abbiamo seguita e sostenuta nella sua prima storica cavalcata in quel di Parigi nel 2020, in un torneo atipico giocato con i primi freddi dell’autunno. Sollevò la coppa nello stupore generale, tracciando un primo indelebile segno sulla terra rossa.
A due anni di distanza è nuovamente lì, sullo Chatrier a sollevare quella coppa che questa volta ne sancisce il ruolo di regina indiscussa del tennis femminile mondiale. Ha perso solo 33 giochi in tutto il torneo, un solo set e ha una striscia positiva di 35 vittorie consecutive, eguagliando il record di Venus Williams, la più lunga del millennio.
E le vogliamo bene perché oltre ad essere un’indiscussa campionessa è anche un cervello pensate. Non banale. Bellissimo il pensiero rivolto all’Ucraina, lei da polacca, impossibile l’indifferenza. “L’Ucraina resti forte. Speravo che la situazione migliorasse. Non è stato così, ma ho ancora speranza”. E mentre le altre disegnano cuoricini esprimendo banalità, un pensiero così forte nel momento più importante dà la misura della donna prima ancora che della campionessa.
Carlo Galati