
Matteo Berrettini ha avuto coraggio. Il coraggio di una scelta che nessuno gli ha chiesto di fare, una scelta che probabilmente gli costerà tanto, forse troppo. Era uno dei favoriti a Wimbledon, ci arrivava da campione a Stoccarda e al Queen’s, aveva i titoli per conquistare quella coppa sfuggitagli lo scorso anno proprio all’ultimo atto di un percorso perfetto.
Ha avuto coraggio ed è stato leale, con se stesso ma soprattutto con gli altri, sottoponendosi ad un tampone al Covid-19, risultato positivo, che nessuno gli aveva chiesto di fare, solo per senso di responsabilità nei confronti di chi gli sta attorno ricordando a tutti quelli che oggi, pulcini da tastiera, lo criticano che il tennis è sport di galantuomini. Detto questo, non tutti lo sono. Matteo lo è e lo ha dimostrato.
In quanti avrebbero in uno sport individuale ed individualista, preso una simile decisione? Non ci sbilanceremmo su nessuno, neanche sui più grandi, ossessionati più dal risultato finale che dal percorso da fare; focalizzati sulla storia e non sul racconto della stessa. Matteo Berrettini ha dato una lezione di stile a tutti; si vince e si vive da uomini, ponendosi di fronte alle proprie responsabilità. Magari non sarà il più furbo, ma di sicuro il più vero.
Carlo Galati