
Solo una settimana fa chiedevamo che il soldato Charles fosse salvato dallo sfracello all’interno del quale la Ferrari e le scelte del muretto, lo avevano gettato. Possiamo scrivere che si è salvato da solo, con la sua immensa classe, vincendo e arrivando fino alla fine con molta fatica, causa, more solito, una vettura non all’altezza.
La Ferrari versione 2022 è una vettura che secondo la sua natura, in relazione a quanto succede in pista non è fatta per vincere ma lei non lo sa e prima con Sainz e ora con Leclerc, vince. Non ditelo oggi a Carlos però, che stava per raggiungere Verstappen e probabilmente sarebbe andato a podio. Ditelo invece a Charles che nonostante l’acceleratore difettoso è riuscito ad arrivare fino in fondo.
È vero c’è qualcosa di romantico in tutto questo che riporta a gare del motorsport dove a vincere era prima il pilota e poi il mezzo meccanico. Ma quando come nel caso di Leclerc hai un pilota genialmente predestinato alla guida, non dotarlo di un mezzo affidabile è una sacrilegio, che in Austria ha portato alla vittoria ma che, alla lunga, potrebbe costare caro. Un mondiale, nello specifico.
Carlo Galati