
Tanto brutta è stata finale, tanto bello scoprire Elena Rybakina come personaggio oltre che come tennista. Una ragazza timida, giudicata schiva da chi non riesce a guardare il proprio naso, che ha vinto Wimbledon, contro ogni pronostico, contro ogni logica.
Eh già, perché il torneo femminile aveva già le sue vincitrici; prima la dominatrice del circuito e numero uno al mondo Iga Swiatek, poi Simona Haley che sul centrale aveva già vinto nel 2019, poi infine Ons Jabeur giocatrice sublime a cui evidentemente oggi hanno spento l’interruttore della costanza. E poi invece è arrivata lei, la kazaka Elena.
E sul tema si sono scatenati in tanti, perché fa oggettivamente clamore che la brava Rybakina sia in realtà natia di Mosca e che solo da quattro anni giochi per il Kazakistan ma…chissenefrega?! Chissenefrega delle mille domande su Putin, sul fatto che si senta o meno russa. Proviamo a parlare di sport nello sport più individualista e individuale che esista. Parliamo di tennis, di Elena e di quello che si spera potrà continuare a dare a questo sport, celebrando una vittoria che sa di novità e che forse apre uno spiraglio al dominio incontrastato di Iga.
Carlo Galati