
Lo sapevamo, lo sapevamo tutti, lui in primis: questo momento sarebbe arrivato, prima o poi, il momento in cui Roger Federer avrebbe scritto di suo pugno, la parola fine al più bel romanzo sportivo che sia mai stato scritto. Nessuno ha incarnato il tennis come lui, perfetta crasi tra il senso del gioco e la bellezza del gesto, che vivevano in simbiosi nei suoi gesti perfetti, nelle sue movenze eleganti e nello sguardo di chi sapeva come farsi amare.
È stato un viaggio bellissimo che ci ha accompagnato per 20 lunghi anni, nel quale, al netto delle delusioni, non possono esserci rimpianti perché sentimento troppo terreno per essere affiancato a chi ha elevato e portato il tennis, ma forse tutto lo sport, su un altro livello. Non possono esserci rimpianti per le ore passate davanti alla tv o in giro per i campi a seguirne le gesta; è stato il motivo per cui è valsa la pena svegliarsi nel cuore della notte sacrificando ore di sonno e tempo per fare altro. Ogni minuto speso per Federer è per tutti un minuto da consegnare al cassetto dei ricordi più cari.
Ci mancherà tutto di lui, ma quello che ci mancherà di più è la magia disincantata che ci faceva battere il cuore. Ci sarà un prima e un dopo Federer per i tanti che l’hanno amato e per quel mondo del tennis che da oggi sicuramente sarà più povero. Noi invece saremo più ricchi perché potremmo per sempre dire di aver vissuto l’epopea di Roger Federer, il Re.
Carlo Galati