
È stato bellissimo. Difficile ricordare un momento di tale intensità nell’addio di un atleta, di un campione assoluto. Roger Federer è l’emblema della simpatia; e non solo per il suo volto rassicurante o per i suoi modi di fare e di essere se stesso: lo è nel concetto greco di sympatheia, condivisione di emozioni, di patimento condiviso.
Ed è stato così anche nel suo ultimo match, in coppia con la sua nemesi Rafa. Al servizio con match point, sempre a Londra, sempre ad un passo. Come quella volta. E non importa nulla se poi a vincere siano stati due baldanzosi e cafoncelli ragazzotti americani. Questa volta la partita era solo un pretesto, la creazione di una serie di emozioni che dovevano portare a quel momento, il momento in cui abbiamo tutti pianto insieme a lui. Da Nadal a Tsitsipas, da Mirka ai gemelli e alle gemelle, dal primo degli spettatori alla 02 Arena all’ultimo di quelli davanti un televisore.
Ed è stato proprio con Mirka, nell’abbraccio dell’amore di una vita, che ha potuto congedarsi, uscendo di scena come solo i più grandi sanno fare, facendoci vivere le sue stesse emozioni, condividendo con tutti noi la tristezza di un addio e la gioia di averlo vissuto e amato. A te Roger, il re simpatico: grazie.
Carlo Galati