
Vincenzo Nibali è stata passione, pura passione. Il motivo per rinunciare al pomeriggio al mare nelle calde giornate di inizio estate o in quelle di tarda primavera preferendo il ciclismo a tutto il resto; gli altri guardavano e non capivano. Noi gioivamo.
Lo squalo siciliano è stato quel motivo che ti portava a cercare sempre la sua sagoma nel gruppo sperando in un attacco, in salita o in discesa. Vincenzo ha sempre saputo dove e quando era possibile provare a scompaginare i piani degli squadroni che ha dovuto sfidare. A pinna alta, da solo, li ha battuti anche, facendoci impazzire.
È stato un campione, senza rischiare di abusare di una parola troppe volte violentata. I numeri raccontano di una carriera lunga e vincente, vittorie pesanti che comprendono anche la Tripla Corona, ossia far parte dell’esclusivo club dei magnifici 7 che hanno conquistato almeno un’edizione di tutti e tre i Grandi Giri. Quarto nell’ultimo Giro a 38 anni, arrivando quarto, non lascia eredi nelle corse a tappe. Solo tanta nostalgia nell’aver visto uno dei più grandi di sempre dedicandogli, nel suo ultimo canto al Lombardia, un infinito e sentito grazie.
Carlo Galati