
Sinner e Berrettini, binomio apparentemente indissolubile di quello che è il futuro ma anche e soprattutto il presente del tennis italiano. Finora è andata così, con i due gemelli diversi a catalizzare attenzioni, riflettori e fiumi di parole. Eppure c’è un ragazzo, dalla chioma castana e dalla classe cristallina che sta illuminando il percorso che porta all’ingresso dei più grandi: Lorenzo Musetti è il tennista che mancava nel ricco mazzo di giocatori italiani.
Un carattere diverso da quello degli altri due, un gioco forse meno continuo e regolare di Sinner, meno potente di quello di Berrettini, ma con soluzioni tecniche e stilistiche che appartengono ad un’altra categoria di giocatori: quelli che fanno innamorare, che fanno perdere la testa anche chi, in teoria, non dovrebbe tifare per loro a priori. Lorenzo fa parte di questo club, e non è roba da poco.
Non è un caso che abbia conquistato il secondo titolo della sua carriera, entrambi in questo 2022 che è già magico, ma che ancora potrebbe riservare delle soddisfazioni per la vita. Una si chiama NextGen Finals, l’altra Coppa Davis; la prima si vince da soli, l’altra di squadra. Sono due tappe che non devono spaventare ma che danno la misura di quello che potrebbe essere per Lorenzo un anno indimenticabile. Si può fare.