
La domanda è scontata: iniziano gli Australia Open, l’Italia può sognare? Ammesso e non concesso che ci si presenta ai nastri di partenza con tre baldi e prorompenti giovani tra i primi 20 al mondo: Berrettini, Sinner e Musetti al netto di infortuni e situazione incontrollabili, potranno dire la loro? La risposta è convintamente sì, ma non soddisfa il primo quesito. Ai nastri di partenza per la prima volta l’Italtennis ha a disposizione una batteria anche piuttosto eterogenea di giocatori, tutti con delle qualità diverse e con degli obiettivi diversi, ma soprattutto aspettative diverse.
Per Berrettini si tratta di difendere una semifinale. Nel 2022 si trovò di fronte un certo Rafa Nadal che aggiunse l’ultimo tassello alla collezione Slam. Fu una partita mai messa in discussione. Sinner invece si fermò ai quarti. La partita con Tsitsipas da categorizzare tra quelle no contest: un 3-0 secco a favore del greco che segnò il netto distacco dell’altoatesino da un certo livello. Musetti invece ha la forza dell’aver tutto da guadagnare rispetto allo scorso anno: sconfitto al primo turno da De Minaur si presenta ai nastri di partenza come mina vagante. Non troppa pressione; giusto così.
Al netto dello stato di forma di tutti e tre, poco indicativo prima di un torneo del genere, importante sarà l’impatto che i tre moschettieri avranno sul primo turno e sugli avversari. Fondamentale sarà lanciare un messaggio agli altri e a se stessi: la fiducia nasce dai risultati, la forza mentale è il carburante per l’impresa. Dobbiamo avere fiducia perché per tutti e tre è un anno importante. L’anno che ci dirà se possiamo sognare o meno. Intanto cominciamo a chiudere gli occhi.
Carlo Galati