Il paradiso (non) può attendere.

L’Italia del rugby alla pari coi maestri francesi.

A un passo dal toccare il cielo con un dito.

Anzi, a una meta da una vittoria che sarebbe stata persino meritata contro i “galletti” francesi, una delle Nazionali più forti del mondo e candidata alla vittoria nella prossima rassegna iridata.

Dopo la sbornia dei test-match tutti aspettavano al varco gli uomini di Crowley, per capire se i progressi visti fossero la conferma di una mentalità differente e di una consapevolezza nuova o l’ennesimo fuoco di paglia.

E oggi abbiamo visto tutto: due errori di Varney, costati carissimi, assorbiti dalla squadra, brava a ripartire subito con una prestazione corale che dal minuto venticinque del primo tempo è apparsa a tratti straripante, soprattutto se parametrata alla forza e all’esperienza degli avversari.

Precisi sui punti d’incontro e bravi ad esplorare gli spazi, abbiamo un po’ sofferto la fisicità francese, oltre alla loro maggiore dimestichezza nel gestire i momenti cruciali delle partite.

Un secondo tempo punto a punto, con un finale vietato ai deboli di cuore, in quei minuti che in passato ci “regalavano” il crollo fisico degli Azzurri.

E invece abbiamo finito lì, sui cinque metri, a pochi centimetri dalla definitiva consacrazione al livello top del rugby mondiale, centrando anche il punto di bonus.

Ancora qualche ritocco, maggiore precisione e una mediana meno “svagata” e questa Italia, come successo oggi contro i transalpini, potrà giocarsela per vincere.

Il paradiso rugbistico è qui, finalmente a portata di ovale.

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