
Sono pochissimi gli atleti capaci di lasciare un’impronta definitiva nello sport. Un gesto, una prestazione, un risultato, che restano issati sul pennone più alto, dove sventola la loro bandiera. Uno solo però è riuscito, non soltanto a lasciare quell’impronta, ma a modificare totalmente quella disciplina è quello sport. Si chiamava Dick ed è il padre del Fosbury Flop.
Sua è l’invenzione della tecnica dorsale per scavalcare l’asticella che lo studente dell’Università dell’Oregon elaborò in quanto in grande difficoltà con lo stile ventrale e che, da quasi sessant’anni, saltano tutti con risultati straordinari, dal cubano Javier Sotomayor detentore dei record mondiali all’aperto (2,45) e indoor (2,43) della specialità a Gimbo Tamberi, campione olimpico in carica in comproprietà con il collega Barshim.
È stato un rivoluzionario, uno di quelli da libro di storia per intenderci. Ha rotto uno schema e lo ha fatto permettendo al proprio sport di vivere una nuova vita, tracciando parabole che si inarcano verso vette mai toccate prima. Ci ha lasciato Fosbury con un ultimo grande salto, staccando e inarcandosi ancora una volta verso l’alto, questa volta per non atterrare più.
Carlo Galati