
La notizia non è inaspettata e segue logicamente la decisione del Cio di riammettere alle gare internazionali gli atleti russi e bielorussi; così sarà a Wimbledon, dove potranno tornare a giocare quegli atleti che erano discriminati solo perché nati in Russia o in Bielorussia, dopo lo stop dello scorso anno. Non torniamo su quella scelta, ma plaudiamo a questa.
La decisione di far gareggiare degli atleti, seppur non rappresentando nessun paese e nessuna bandiera (una cosa molto triste a nostro giudizio), va a consolidare quei principi su cui lo sport deve basarsi, ispirandosi al buono, al giusto, al leale.
Ed è proprio il concetto di lealtà che ha fatto capire quanto fosse importante, per il torneo più antico e prestigioso del mondo del tennis, far sì che tutti i migliori giocatori al mondo potessero confrontarsi sul terreno dell sana competizione sportiva, dando un forte segnale a tutti i detrattori: che siano tutti benvenuti e protetti dal grande ombrello dello sport, portatore di valori e principi che mai potranno essere barattati o scalfiti…neanche dalla guerra.
Carlo Galati