
“Go for it man, I’ll cheer for you”. L’abbraccio a fine match, lo sguardo sincero e la consapevolezza di aver giocato una delle partite più belle della sua carriera, seppur ancora giovane. È il riconoscimento da parte del numero 1 al mondo nei confronti del suo alter ego, della sua nemesi. Jannik Sinner è l’unico sul circuito al momento in grado di tenere testa a Carlos Alcaraz. Lo sanno entrambi.
È stato perfetto Jannik, nella notte di Miami. Ha perso nel consueto tie break che ormai si gioca tra i due, quasi come fosse un obolo da pagare ad ogni incontro; ha tenuto dritta la barra, continuato a macinare il proprio gioco fino ad arrivare al punto del match, guidato da quel servizio che ormai da kryptonite che era è diventato come gli spinaci per braccio di ferro.
L’ostacolo finale tra Sinner e il primo titolo 1000 si chiama, Daniil Medvedev avversario durissimo, ma questo Jannik è in grado di tutto. È in grado di battere il numero uno al mondo in tre ore, portando questa rivalità che profuma già di storia in perfetto equilibrio, tre vittorie a testa; sarà in grado di giocare con i galloni del possibile vincitore questa finale. Se lo merita, merita di iniziare quella scalata che lo può portare dove prima o poi arriverà.
Carlo Galati