Van der Poel, re nel pavé

Fenomeno Mathieu Van der Poel. O fenomenale, se preferite. Non modifica nulla la declinazione semantica rispetto alla grande impresa di un ciclista che dopo aver vinto la Milano-Sanremo, il secondo posto al Giro delle Fiandre, ha iscritto il proprio nome nella classica delle classiche, quella Parigi-Rubaix che attraversa foresta e pavé, esemplificando il concetto più romantico del ciclismo fatto di polvere, sudore e lacrime.

Si è imposto per distacco, l’olandese, sul Carrefour, il momento decisivo: Van der Poel, nipote del grande Raymond Poulidor, ha attaccato, portandosi dietro Wout Van Aert. Il belga però è stato vittima di una foratura proprio nei metri finali del settore ed è stato costretto prima a cambiare ruota, poi a inseguire l’eterno rivale. Van der Poel si è involato mantenendo una trentina di secondi di vantaggio, sufficienti per arrivare in solitudine nel velodromo Petrieux. Una Roubaix corsa a una media esagerata: 46,8 km/h, la più veloce di sempre. Van der Poel, infatti, ha tagliato il traguardo in lacrime e poi, stremato, si è lasciato cadere a terra circondato dai membri del suo team.

Grande la prova di Pippo Ganna che è stato con i primi fino alla fine salvo poi guardare un olandese volare fino al velodromo di Roubaix che lo ha incoronato re di un regno che solo in pochi potranno contrastare.

Carlo Galati

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