
Non ci dilungheremo in ricordi e parole. Basta quello sguardo, uno sguardo che racchiude una generazione intera, che ha visto in Ayrton un riferimento, un mito di quelli veri.
La grandezza di Senna stava proprio in questo: si era suoi tifosi e basta, non importava il resto. Non ce ne voglia la Ferrari, l’amore maturo di tutti i 40enni di oggi. Ayrton è stata la follia adolescenziale, il poster in camera, le lacrime durante una scampagnata.
“Dov’eri quando è morto Ayrton Senna? Prova a fare questa domanda a chiunque. Ciascuno ti risponderà descrivendoti un luogo, il momento preciso.“
Erano le 14:17, gran premio di San Marino, corso ad Imola, curva del Tamburello. Il piantone dello sterzo a terra, i soccorsi, le lenzuola bianche a coprire gli occhi delle telecamere che non volevano essere indiscreti. Volevamo tutti sapere, non per morbosità, ma per affetto. Poi la radio che faceva rimbalzava notizie confuse, fino a quella definitiva; erano circa le 19 quando la sentenza arrivò definitiva. Ayrton è morto. Ayrton vivrà per sempre.
Carlo Galati