
Sappiamo di essere una sparuta minoranza. Una di quelle minoranze che non vanno contro solo perché è giusto sedersi sempre dalla parte del torto ma perché cerchiamo di guardare alcune questioni semplicemente da un’altra prospettiva. Nel caso specifico, quello dei tifosi o se preferite degli Ultras. Il caso è quello relativo ai giocatori del Milan, chiamati a raccolta da alcuni esponenti del tifo rossonero dopo la batosta di Spezia e prima di una semifinale di Coppa Campioni, sulla quale non bisogna aggiungere nulla per esaltarne l’importanza.
In molti hanno criticato la scena, configurandola come la stessa procura della FIGC vorrebbe far intendere, come minaccia, avvertimento di stampo mafioso/camorristico, insomma, ne abbiamo lette tante e tante altre ancora. Tutte tendenti alla critica e alla condanna, nessuna che provi a capire il punto di vista di chi vive in prima linea una passione. Abbiamo visto un confronto, duro ma civile, onesto e leale, tra tifosi e squadra tra chi vive di qualcosa e chi vive per qualcosa.
Queste scena non è criminale, queste immagini servono anche a fare gruppo e a trovare dall’esterno forze nuove e carica per il momento più importante della stagione. Basta speculazioni, stop alle dietrologie e alla analisi sociologiche da professionisti del buonismo o del dito puntato. Nessuna retorica, solo sano e responsabile confronto, quello che alcuni criticoni non sono abituati, forse, ad avere.
Carlo Galati