Nel deserto del Bahrein rifioriscono due rose Rosso Ferrari

I test lo avevano detto, in maniera equivocabile, ma novecento giorni senza vittorie inviterebbero alla prudenza anche gli inguaribili ottimisti.

Nel deserto dorato del Bahrein Leclerc centra il “Grande Slam”: pole position, primo posto e giro più veloce, con una Ferrari affidabile e bellissima, capace di portare sul podio anche Carlos Sainz, nonostante un fine settimana complicato per lui. Segnali orribili sul fronte Red Bull, con Verstappen e Perez che trovano lo “zero” fermando le monoposto a pochi chilometri dalla bandiera a scacchi e denotando problemi di affidabilità non pronosticabili alla vigilia.

Le peggiori Mercedes degli ultimi anni si ritrovano, inaspettatamente, terza e quarta, limitando i danni e restando aggrappate a un Mondiale da possibile protagonista, nonostante il “budget cap” tolga loro il vantaggio di spendere e spandere senza limiti per lo sviluppo delle monoposto.

La notizia, però, è a tinte rosso Ferrari.

La scuderia di Maranello “è” la Formula 1, è parte fondamentale di questo circo fatto di motori, sviluppo e alta tecnologia; e ai piedi di quel podio, in fondo, sorridono tutti, dentro e fuori il team guidato da Mattia Binotto.

Sorridono perché una Ferrari competitiva aiuta a rendere meno noioso quel rosario di Gran Premi che ritrova finalmente il pubblico e il fattore umano, grazie a monoposto che hanno sempre più bisogno di un pilota capace di portarle al massimo.

E attira investitori e visibilità.

Risuona l’inno di Mameli e il Mondiale ritrova una protagonista, anzi due.

Sarà battaglia, fino alla fine, ne siamo certi; ma sapere che a combattere ci saranno di nuovo due superman con il cavallino rampante marchiato a fuoco sulla pelle, in un solo istante fa ritornare la voglia, parafrasando il Maestro Battiato, di “vivere ad alta velocità”.

Carlos & Charles: l’imperativo della vittoria

FILMING DAY STATICO – MARANELLO 25/02/2021 credit: © Scuderia Ferrari Press Office

Indossare quella tuta rossa, mettersi al volante e guidare quella vettura ha un peso specifico importante. Una responsabilità che può esaltarti o tirarti giù, schiacciandoti sotto il peso del blasone e di un cavallino giallo rampante di suo. Gli ultimi anni in casa Ferrari non sono e non saranno di certo ricordati come tra i più esaltanti ma avranno il merito di aver permesso, a quello che è unanimemente definito come predestinato, di soddisfare il non tanto recondito desiderio che ogni pilota di Formula 1 anela. Charles Leclerc ha guidato e vinto con la Ferrari, ha acceso e rianimato il cuore mai troppo pulsante, dei tanti appassionati ed innamorati della rossa trascinandoli verso lidi di entusiasmo che sembravano sopiti.

Questo è un dato di fatto. Questa è già sulla via della cronaca che si spera si faccia storia. Insieme a Charles, farà coppia un altro giovanotto di belle speranze, uno di quelli che il DNA del motorsport lo ha ereditato di famiglia, per la precisione dalla famiglia Sainz. Carlos, il piccolo della famiglia spagnola, ha anche lui mostrato le due doti, la sua cattiveria agonistica, la voglia di fare. Lo ha fatto però su altre monoposto e con altri team in cui si guidava un’auto di Formula 1. Guidare una Ferrati è altro ma…merita di stare lì con quella tuta rossa e con quello sguardo che dice tutto della sua fame, della sua voglia di vincere.

A Charles e Carlos la responsabilità di vestire Ferrari sapendo che cosa rappresenta nel mondo questo marchio: eccellenza italiana, una storia e una tradizione, che va onorata. Ed in Ferrari, è scritto nella sua storia, esiste un solo modo per farlo: vincere.

Carlo Galati