
Inaspettata, irrazionale, ma bellissima perché illogica. Un paradosso? Forse. Camila Giorgi ha sorpreso tutti, ma non se stessa e, a quasi 30 anni, coglie il successo più importante della sua carriera, vincendo il WTA 1000 di Montreal, battendo in finale Karolina Pliskova, numero 6 del ranking mondiale.
La sua è stata una cavalcata unica, iniziata qualche settimana fa; esattamente a Tokyo dove si era dovuta inchinare soltanto a Elina Svitolina, ai quarti di finale. Già da quel torneo e da quelle vittorie su Brady, Vesnina e Pliskova (ancora tu?!) si era capito l’andazzo di una Camila che ha ripreso in mano il proprio talento e lo ha convertito in punti, prestazioni, successi. Subito dopo il Wta 1000 di Montreal, e qui piazza il capolavoro: Mertens, Podoroska, Kvitova Gauff si arrendono senza rubarle neppure un set, fino alla semifinale con Jessica Pegula, unica in grado di riuscire a strapparle un set, e poi il capolavoro finale, in finale.
Nel tennis italiano in versione femminile, solo Flavia Pennetta era riuscita nel 2014 a vincere un torneo di tale importanza. Allora era Indian Wells, un anno dopo arrivò l’apoteosi Slam a New York. È vero, siamo distanti ancora ma una Camila così non l’abbiamo mai vista e non parliamo dei colpi: quelli se li hai li hai sempre. Parliamo di continuità e soprattutto consapevolezza: due caratteristiche che portano lontano. Magari un po’ più a sud; New York non è poi così distante.
Carlo Galati