
È nato nel 1979, proprio mentre il Nottingham Forest conquista la prima di due irripetibili Coppe dei Campioni: Steve Cooper non sarà Brian Clough, leggendario allenatore dei tricky trees, ma siede sulla stessa panchina e dopo 23 anni ha riportato quella squadra in Premier League.
È il sogno di una città intera e della sua orgogliosa gente passata dalla massima gloria europea al declino verso gli inferi del calcio professionistico inglese; era retrocesso in seconda divisione nel 1999 e non era più riuscito a risalire, subendo anche l’onta di scivolare in League 1 nel 2005, da cui era riuscito a risalire solo nel 2008. Poi 13 stagioni in Championship in cui non era mai andato oltre il 3° posto, centrato nel 2010.
Eppure la nobiltà calcistica non è qualcosa che gli arabi o i magnati, più o meno identificati o identificabili, possono comprare al mercato sfruttando la pesante moneta di chi ha la sfacciataggine di voler comprare tutto. Quel romantico ideale di sogno trova in quella maglia la sua più reale versione, nel ricordo di ieri nella gioia di oggi.
Carlo Galati