
Max Verstappen è stato il pilota più forte del mondiale di Formula 1, ha meritato, da pilota, di rivincere quello che aveva già vinto lo scorso anno. E fin qui tutto ok…o meglio, quasi ok. Perché l’olandese ha vinto, anzi stravinto guidando anche l’auto migliore, ma siamo sicuri sia davvero così? Gli sviluppi sulla RB13 rientrano all’interno del budget cap? E poi, come non definire “ridicola e inaccettabile” (Binotto dixit) la decisione della FIA di declassare Leclerc dopo l’arrivo in Giappone dando così aritmeticamente la vittoria a Verstappen?
Interrogativi aperti che troveranno in parte una risposta nei prossimi giorni quando verrà discusso il tema dello sforamento di budget della casa austro/francese, ma intanto? Intanto abbiamo un bicampione del mondo che, nonostante l’indubbio valore, nonostante sia stato il più forte, ha conquistato il titolo tra mille dubbi e domande. Che non meritava.
Eppure questo circus della Formula 1 è sempre più simile alla radice pura del termine, che trasforma il tutto in un grande carrozzone, dove la serietà si mette da parte e dove si spera, come nel circo vero, non siano i parrucconi a comandare.
Carlo Galati