
L’Italia interrompe la “striscia infame” di sconfitte nel Sei Nazioni e lo fa giocando un partita magistrale e vincendo dove non aveva MAI vinto, in Galles.
Difesa, dominio sul punto d’incontro, ottima touche, disciplina, precisione dalla piazzola e il “crack” Capuozzo.
Il paradigma di questo cambio di passo è proprio questo mingherlino con il fisico del calabrone che non sa di non saper volare e lo fa lo stesso.
Dopo anni passati a costruire fisici bionici e armadi a quattro ante tutto muscoli, scopriamo che si può vincere anche con l’estro, con la fantasia, con l’agilità dell’estremo che risolve la partita a un minuto dalla fine.
Adesso dite pure che non conta nulla o che ci hanno fatto vincere, dimostrando di non avere idea di cosa sia il rugby e quali leggi lo governino.
C’è ancora tanto da lavorare, ma tutti quelli che ci volevano a giocare con Romania e Georgia, adesso facciano un giro su se stessi e tornino a parlare di altro.
Bravi tutti oggi, adesso azzerare, placcare e ripartire.
Anche contando su una grande under 20 e con la consapevolezza di aver recuperato un po’ di credibilità a livello internazionale; perché non si vince al Millennium, non si vince a Cardiff con un movimento morto e senza futuro.
Piantiamo, con orgoglio, un seme nei verdi campi dei Maestri gallesi e brindiamo con questi ragazzi che hanno risvegliato in tutti noi l’orgoglio di tifare Italia.